Strumenti che si configurano e si effettuano in vari modi, che utilizzano più di un modo per comunicare. Conseguentemente la televisione e il cinema sono due media multimodali, in quanto comunicano attraverso il suono, attraverso le immagini e talvolta attraverso i testi; la radio invece è un medium monomodale in quanto comunica solamente attraverso il suono. L’utilizzo del termine “multimodale” propone un cambio di prospettiva culturale nel dibattito sui nuovi media, sposta l’attenzione dall’aspetto mediale-strumentale alle loro caratteristiche e alle loro modalità di comunicazione. Multimodale, rispetto a multimediale, vuole affermare la necessità di indagare non più sul veicolo o la tecnologia di trasmissione della comunicazione, ma sul modo in cui si veicola la comunicazione, il modo in cui la si struttura rispetto all’utente e, cioè, sul progetto. Pertanto, si parla di multimodalità quando un qualsiasi tipo di interazione coinvolge più di un canale percettivo (o input di comunicazione). L’esempio più eclatante è senz’altro la comunicazione umana, durante una conversazione vengono stimolati più sensi contemporaneamente: la vista, l’udito, il tatto ed anche l’olfatto. A questo punto è utile fare una precisazione: distinguere la multimodalità dalla multimedialità. La prima è usata specificatamente per riferirsi alle modalità di input dell’interazione, mentre la multimedialità sottolinea la presenza contemporanea di più meccanismi di output (audio, video ecc).